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CENNI STORICI Menu Laterale

CENNI STORICI

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CENNI STORICI

Nel 1977 è stata costituita la Confederazione di Azione Popolare Italiana – C.A.P.IT. – organismo che ha lo scopo di svolgere nel vasto campo del tempo libero una capillare attività sociale, culturale, ricreativa, turistica, sportiva e del volontariato con strutture organizzative nazionali, regionali e provinciali.

Tale organismo è stato riconosciuto con Decreto del Ministero dell’Interno n. 12000.A(68) ed è stato annoverato tra quelli aventi carattere assistenziale ai fini della estensione, in favore degli iscritti, delle disposizioni di cui all’art. 20 del D.P.R. 26 ottobre 1972, n. 640 e successive modificazioni ed integrazioni.

E’ stato inoltre iscritto ai sensi del Decreto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali del 14 novembre 2001 n. 471, in attuazione della legge n. 383/2000, al n. 3 nel Registro nazionale delle Associazioni di promozione sociale in data 17 maggio 2002.

Come si evince dallo Statuto i mezzi finanziari della C.A.P.IT. sono costituiti da proventi del tesseramento e da contributi pubblici e privati.

Le Federazioni aderenti alla C.A.P.IT., distinte per campo di attività, sono le seguenti:

F.I.SP.E. – sport e pensionati; E.N.A.T. – arti e tradizioni popolari; F.I.A.L. – attività letterarie; CAPITOUR – turismo; Federazione Enogastronomica; F.I.A.F. – Federazione Italiana Arti Figurative.

Attraverso le suddette Federazioni – che svolgono attività artistico-culturale, turistico e dello spettacolo – sono associati numerosi sodalizi.

Sul territorio nazionale le Presidenze Regionali e Provinciali C.A.P.IT. hanno costituito un migliaio di circoli affiliati direttamente alla Confederazione, con un complessivo numero di soci di circa 120 mila unità.

I soci della Confederazione, in possesso della tessera annuale C.A.P.IT., possono fruire oltre che di una copertura assicurativa dai rischi derivanti dall’esercizio del tempo libero, di varie agevolazioni nei settori dello spettacolo, ricreativi, commerciali, bancari, assicurativi et cetera in virtù di apposite convenzioni, stipulate dalla Presidenza Nazionale e dalle sedi periferiche, con varie Società e Ditte.

Inoltre, attraverso i Circoli di appartenenza, i soci possono partecipare a tornei sportivi, rassegne folkloristiche, gare, convegni, spettacoli vari, mostre et cetera.

Le Presidenze CAPIT, esistenti nel 60% circa dei capoluoghi di provincia e regione, sono coordinate dalla Presidenza Nazionale con sede in Roma – Via Sistina, 23 – 00187 (tel. 06/4747120 – anche fax – 06/4740661 – e-mail:capit_roma@libero.it – sito web: www.capitpresidenza.info) che ha il compito di indirizzarne l’attività secondo i fini istituzionali della Confederazione fornendo spesso direttamente o indirettamente i mezzi finanziari necessari alla realizzazione delle più significative manifestazioni.

STORIA DEL TEMPO LIBERO

L’idea per l’utilizzo del “Tempo Libero” prende piede verso la fine dell’800 e l’inizio del 900 per concretizzarsi alla fine della prima guerra mondiale.

Fra le organizzazioni che in quegli anni hanno mosso i primi passi, piace ricordarne alcune: la ABF in Svezia, la W.E.A. in Gran Bretagna, il “Fuero de Trabajo” in Spagna, la Lega Olandese dei Centri Popolari in Olanda, le Accademie Popolari in Norvegia, l’Ergatin Estia in Grecia, la FNAT in Portogallo, i Centri Nazionali di Educazione e Ricreazione Popolare in Francia, l’Opera Nazionale dei Loisirs dei lavoratori in Belgio, le Organizzazioni Sindacali “Sezioni loisirs” nei Paesi dell’EST ed altri ancora.

Nel 1919 la Conferenza Internazionale del Lavoro di Washington nell’adottare il progetto della “Convenzione sulla giornata lavorativa di 8 ore nell’industria”, ha avuto soprattutto come obiettivo quello di garantire ai lavoratori, oltre le ore di sonno necessario, un tempo sufficiente per fare quello che a loro piace, così come indica esattamente l’etimologia della parola “LOISIRS” dalla quale trae origine la definizione “Tempo Libero”.

Nello stesso anno (1919) l’Ing, Mario Giani, noto dirigente industriale torinese, traendo ispirazione dalle conclusioni della Conferenza di Washington, fonda il “DOPOLAVORO” che è stato riconosciuto giuridicamente nel 1925 con la denominazione di O.N.D. – Opera Nazionale Dopolavoro.

Il Decreto Legge del 1° maggio 1925 n. 582, è stato convertito in Legge il 18 marzo 1926 n. 562 e modificato con i Decreti dell’11 novembre 1926, n. 1936, del 7 aprile 1927, n. 516 e del 24 maggio 1937, n. 817.

Nel ventennio fascista l’Opera Nazionale Dopolavoro continua ad operare come struttura inglobata nel partito, basta ricordare il sabato fascista. Questa parentesi ventennale non deve comunque sminuire il carattere originario dell’istituzione perché anche se nata in regime fascista nel 1945 è stata restituita alla democrazia.

Alla fine delle ostilità della seconda guerra mondiale, l’OND viene definitivamente sciolto (10 luglio1943) così come accadeva a molte altre istituzioni del periodo fascista. Rinasce, quindi, la possibilità per i lavoratori di organizzarsi in associazioni culturali, sportive e ricreative, facendo tesoro delle esperienze effettuate prima e durante il fascismo.

Così con Decreto del 22 settembre 1945 n. 624, tutta l’organizzazione dell’ex OND, compresi i beni mobili ed immobili, nasce e prende la denominazione di

E.N.A.L. – Ente Nazionale Assistenza Lavoratori

che assume la figura giuridica di Ente Pubblico, Parastatale e per il funzionamento dell’Ente fu istituito l’ENALOTTO (abbinamento Enal e Lotto), gestito direttamente dall’ENAL i cui proventi venivano così distribuiti: il 33% allo Stato, il 33% all’Enal ed il 34% ai premi dei vincitori.

Alla fine del 1947 l’Enal registrava 2.500.000 tesserati, raggruppati in 13.642 circoli.

Con l’istituzione della Presidenza Nazionale dell’ENAL, lo Stato Italiano ha inteso mettere a disposizione di tutti i cittadini attivi i servizi indispensabili al sano impiego del “Tempo Libero” espresso in attività culturali, educative, turistiche e sportive, intendendo in tal modo contribuire allo sviluppo della persona umana, attraverso la valorizzazione delle capacità intellettive personali.

La Presidenza Nazionale dell’ENAL, dopo una inziale gestione Commissariale, passa ad una regolare gestione presieduta da un Presidente e da un Consiglio di Amministrazione.

Il primo Presidente Nazionale dell’ENAL è stato l’On. Avv. Giorgio Mastino Del Rio mentre Direttore dell’ENAL di Roma è stato il Prof. Sestilio Cupelli – attuale Presidente Nazionale della CAPIT. Si perfezionano le funzioni sia a livello centrale che periferico: la Presidenza Nazionale, l’Ufficio di Presidenza, le varie Direzioni Centrali di settori, gli Uffici Regionali e gli Uffici Provinciali. Il Ministero, a titolo di finanziamento, analogamente al Totocalcio gestito dal Coni, affida all’ENAL la gestione dell’Enalotto, che dallo stesso nome altro non è stato che l’abbinamento fra l’ENAL ed il LOTTO.

Il potenziamento dell’ENAL avviene anche attraverso la creazione di varie Federazioni per le attività artistico, culturali e sportive quali:

  • FIAF – Federazione Italiana Arti Figurative
  • FIAM – Federazione Italiana Attività Musicali
  • FICE – Federazione Italiana Circoli Enologici
  • FIMS – Federazione Italiana Musica Strumentale
  • FIRA – Federazione Italiana Radio Amatori
  • FITA – Federazione Italiana Teatro Amatori
  • FITPE – Federazione Italiana Tradizioni Popolari
  • FNC – Federazione Nazionale Cineamatori
  • UNAFNE – Unione Nazionale Associazioni Filateliche e Numismatiche
  • USCI – Unione Società Corali Italiane
  • FESIKA – Federazione Sportiva Italiana Karatè
  • FIAS – Federazione Italiana Attività Subacquee
  • FIBS – Federazione Italiana Biliardo Sportivo
  • FICSF – Federazione Italiana Canottaggio a sedile fisso
  • FID – Federazione Italiana Dama
  • FIGB – Federazione Italiana Bocce
  • FIMS – Federazione Italiana Minigolfisti Sportivi
  • FIPE – Federazione Italiana Pallone Elastico
  • FITP – Federazione Italiana Palla Tamburello
  • FSI – Federazione Scacchistica Italiana
  • CPT – Unione Nazionale Caccia Pesca e Tiro (Enalcaccia)
  • UDACE – Unione degli Amatori Ciclismo Enal
  • SPORTRAD – Unione Interregionale Sports Tradizionali
  • UIBE – Unione Interregionale Birillistica Enal.

Dal 1945 al 1985 l’ENAL compie passi giganteschi nella sua organizzazione, anche in virtù delle sollecitazioni impresse dalle varie Federazioni istituite dall’ENAL e dai circa 150.000 Circoli aderenti, tanto da suscitare gli appetiti politici dei partiti per la gestione di un così vasto fenomeno associativo. Nascono in questo modo importanti organizzazioni come: CAPIT, ARCI, AIC, ENDAS, LIBERTAS, FIAMMA, ENARS ACLI, ecc.

Tale imponente fenomeno associativo trasforma il primitivo concetto “dopolavoristico” della ricreazione nella vasta problematica del “tempo libero” destinata ad agire in maniera positiva come coefficiente formativo della coscienza democratica dei lavoratori. Quindi non si tratta più di realizzare dei “passatempo” ma di impostare una vera e propria politica del “tempo libero” in grado di provvedere alla realizzazione delle strutture e degli strumenti essenziali, perché il fatto ricreativo corrisponda alle crescenti esigenze che si profilano sotto l’impeto evolutivo della vita sociale moderna.

Anche in Parlamento si susseguono interpellanze e progetti di legge per sollecitare una politica del “tempo libero”, indispensabile corollario al perfezionamento di quella maggiore giustizia distributiva dei beni comuni a favore di qualsiasi iniziativa pubblica o privata.

Cosi la Legge 22 luglio 1975 n. 383 prevede per molti Enti Pubblici un decentramento amministrativo, con il trasferimento di competenze dallo Stato agli Enti Locali.

Mentre il DPR 24 luglio 1977 n. 616 regolamenta tale decentramento amministrativo con l’elenco degli Enti interessati, fra cui l’ENAL, la Legge 21 ottobre 1978 n. 641 ne sancisce definitivamente l’attuazione con il trasferimento di competenze, di personale e patrimonio dell’ENAL ai Comuni e alle Regioni a Statuto Speciale.

A questo punto è molto evidente cosa avveniva in Italia in quegli anni per l’accaparramento di quanto rimaneva dell’Associazionismo ENAL. Molti Circoli passano ad Associazioni che fanno capo a partiti politici, altri chiedono l’affiliazione ad Associazioni Nazionali oggi “NON PROFIT”, alcune Federazioni Sportive passano al CONI o ad altre organizzazioni.

Gli anni che vanno dal 1978 al 1984 sono stati gli anni più importanti e nello stesso tempo più complicati del mondo del no profit e si delinea come leader del settore la C.A.P.IT. – Confederazione di Azione Popolare Italiana.

La CAPIT essendo stata riconosciuta dal Ministero dell’Interno con Decreto n. 10.27850/12000.A(68) ENTE ASSISTENZIALE SENZA SCOPO DI LUCRO era in grado di consentire le varie prestazioni di servizi assistenziali che prima garantiva l’ENAL Ente di Stato, che nel frattempo è stato soppresso e quindi anche i Nulla Osta per la Somministrazione di alimenti nei Circoli.

Con la soppressione dell’ENAL, inizialmente hanno aderito alla CAPIT quasi tutte le Federazioni ex ENAL anche se poi molte si sono staccate dopo il raggiungimento della loro autonomia o del riconoscimento Ministeriale.

Attualmente le Federazioni affiliate alla CAPIT sono:

  • FIAF – Federazione Italiana Arti Figurative
  • ENAT – Ente Nazionale Arti e Tradizioni Popolari
  • FIAL – Federazione Italiana Attività Letterarie
  • CAPITOUR – Federazione del Turismo Sociale
  • Federazione Italiana Enogastronomia
  • FISPE – Federazione Italiana Sport e Pensionati
  • AMIBEC – Associazione Amici Beni Culturali

La CAPIT dalla sua nascita il 10 febbraio 1977 con alla guida importanti personalità quali l’On. Bartolo Ciccardini, il Sen. Franco Evangelisti, il Dr. Massimo Rendina e il Prof. Sestilio Cupelli tutt’ora in carica, ha continuato ad operare nel settore dei Circoli e delle Associazioni con notevole successo, garantendo sempre la loro autonomia politica e amministrativa nel rispetto delle leggi dello Stato a favore delle attività di “Tempo Libero” nei vari settori della Cultura, Spettacolo, Sport, Turismo, Folkore, Ambiente, Volontariato e Formazione.

La CAPIT è stata inoltre iscritta ai sensi del Decreto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali del 14 novembre 2001 n. 471, in attuazione della legge n. 383/2000, al n. 3 nel Registro nazionale delle Associazioni di promozione sociale in data 17 maggio 2002.

  • Di perseguire esclusivamente finalità di solidarietà e di assistenza sociale e legale anche nei confronti di enti previdenziale, e di elevazione culturale dei cittadini nonché di arrecare benefici, tra gli altri, ad emigrati all’estero ed a persone svantaggiate in ragione di condizioni fisiche, psichiche, economiche e familiari promuovendo il consolidamento e la diffusione e lo sviluppo degli organismi operanti nell’ambito delle attività ricreative, sociali e di volontariato, culturali e teatrali, delle espressioni artistico-sportive e turistiche.
  • A rappresentare le Federazioni nei confronti degli Organi di Governo, delle Pubbliche Amministrazioni, degli Enti Locali, dei terzi per quanto concerne esclusivamente la loro attività.
  • A favorire il potenziamento delle attività svolte dalle Federazioni
  • A promuovere, attuare e concorrere alla realizzazione di qualunque iniziativa che, nell’ambito delle finalità statutarie, tenda ad assicurare la tutela o lo sviluppo delle attività di “tempo libero”
  • A studiare i problemi legislativi, economici ed organizzativi connessi alle attività di “Tempo Libero” e di promozione sociale
  • A promuovere convegni, dibattiti, attività di studio e di formazione, iniziate editoriali e pubblicazioni che rientrino nelle finalità istituzionali.

Sono soci della CAPIT le Federazioni che riuniscono le Associazioni operanti nel territorio nazionale, nel quadro delle attività culturali, artistico, sportive, ricreative e turistiche, sociali e di volontariato.

La CAPIT è presente in tutte le Federazioni italiane e svolge una notevole attività di assistenza alle Federazioni stesse ed ai Circoli affiliati con convenzioni in diversi settori.

La CAPIT assicura una costante assistenza ai Circoli e alle Associazioni in materia di organizzazione e di rapporti con gli Enti locali.

Tutti i Circoli possono e devono diventare realmente organismi di base per incontri di uomini liberi nel territorio dove i Circoli sono ubicati e devono mirare a far si che il libero associazionismo non venga inteso come una corsa sfrenata al divertimento a all’asservimento consumistico della società del benessere bensì un utilizzo del “Tempo Libero” costruttivo dove il cittadino ritrovi se stesso, la sua libertà, la sua dignità e la sua verità.

Quarantesimo anno della CAPIT 1977 – 2017 – a cura di Rosario Occhipinti

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